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Si fa presto a dire E' nato un bimbo

Prima di diventare mamma, avevo un'idea edulcorata di che cosa volesse dire.

Immaginavo solo la dolcezza di un neonato, il suo nasino, la sua pelle morbida e profumata, mi basavo su racconti di altri e sulla mia fantasia ancestrale.

Chi mi conosce sa che racconto senza vergogna di quanto siano state dure le prime settimane dopo la nascita di mio figlio.

Non è mai mancato l'amore verso di lui.

E ho sempre goduto del massimo sostegno da parte di chi amo.

Ma... La realtà è che la nascita di un figlio è una trasformazione inattesa, sconosciuta, verso un nuovo modo di essere, come persona e come coppia.

Tutto, proprio tutto il tempo e tutti i pensieri, che prima avevo dedicato a me stessa, sono diventati monopolio di una nuova persona, reale, esigente, fragile. Tutto dipendeva da me. E non avevo istruzioni su come fare.

Non sopportavo nemmeno la vista del fiocco che annunciava la sua nascita; e non capivo cosa ci fosse da festeggiare: come fosse una candid camera... ero l'unica a non capire. Era uno scherzo?

Sarà stato il non dormire, saranno stati gli ormoni in caduta libera, ma i primi giorni mi capitava spesso di piangere... Ecco, di questo ero stata avvertita: saperlo mi ha fatto sentire meno strana, meno inadatta.

Serve tempo. Ora dopo ora, giorno dopo giorno, sbagliando, ascoltando, con le antenne dell'istinto, ho imparato chi ero diventata, non più solo figlia ma anche madre; ho conosciuto il mio bambino e lui ha conosciuto me; abbiamo scritto il nostro alfabeto, diverso da tutti gli altri, ci siamo capiti, ci siamo piaciuti.

Quello che nei primi giorni era a tratti sembrato un alieno, un tiranno crudele (come definirlo altrimenti? Non lascia il tempo di una doccia. Sveglia ogni ora di notte. Piange ore e ore. E non fa nemmeno un sorriso), ha iniziato a somigliare a un bambino vero, come ero stata io da piccola, come i bambini che ricordavo, quelli che "funzionano bene"; e anch'io ho cominciato a funzionare.

Anzi, sono diventata proprio brava.

E' bastato darmi tempo, e dargli tempo.


(se la fisiologica tristezza dei primi giorni-prime settimane dopo il parto è troppo intensa, non migliora nei giorni; oppure non hai una rete di sostegno: chiedi aiuto! All'ostetrica del Consultorio, al tuo Ginecologo, al tuo Medico di famiglia, oppure scrivimi)



 
 
 

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